
Qual è stato il peso sociale dell’emergenza covid sulla figura femminile?
“Il gap di genere purtroppo nel nostro paese è preesistente alla pandemia da Covid19. Partendo da questa constatazione il lockdown non ha certamente migliorato la situazione, anzi ha ulteriormente peggiorato la condizione femminile. Preoccupanti anche i dati che sono emersi nella Relazione annuale sulle convalide delle dimissioni e risoluzioni contrattuali, a cura dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dati che evidenziano un numero crescente di donne che abbandonano il lavoro dopo il primo figlio”.
“Questo perché il nostro paese ha avuto sempre una scarsa comprensione del lavoro di cura svolto, nella maggioranza dei casi, dalle donne.
A questo si aggiungano una serie di ritardi cronici dell’Italia soprattutto in riferimento alla scarsità dei servizi destinati alle donne madri e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. I dati sull’occupazione femminile parlano chiaro laddove nel paese si è investito in servizi di assistenza alle famiglie e servizi per l’infanzia l’occupazione femminile è notevolmente più alta che altrove.
Per questo come Governo stiamo lavorando ai protocolli di sicurezza necessari a riaprire il prima possibile i servizi per la prima infanzia ed i centri estivi”.
Quali sono i piani del Governo per il futuro delle politiche attive della formazione, strumenti oggi essenziali per la ripresa del Paese?
“Dalle prime indagini posso dire che le donne sono quelle che hanno gradito di meno il lavoro agile. Credo quindi che sia molto più utile al miglioramento della condizione lavorativa delle donne investire sulle competenze, soprattutto sulle competenze delle giovani ragazze nelle materie Stem, lavoro che stiamo facendo insieme al ministero dell’istruzione anche grazie alla programmazione e alla riprogrammazione dei fondi residui delle risorse comunitarie.
È importante, per un paese che è in piena transizione tecnologica, investire sulle competenze matematico scientifiche al fine di sostenere l’occupazione femminile.
Quindi, il lavoro agile può andare bene se serve a migliorare la produttività ma per migliorare la condizione lavorativa delle donne, e non solo, è fondamentale un forte investimento nella formazione continua.
La collaborazione con Fondimpresa per la formazione continua è quindi fondamentale per il governo.
Nel dl rilancio c’è una prima norma, che ovviamente necessita di implementazione sia di risorse che di contenuti nella stesura del relativo decreto attuativo, che può rappresentare una prima forma di sostegno alla formazione continua e al reskilling delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione e non solo.